Sport e intuizione
Che ruolo svolge l’intelligenza intuitiva nello sport? Proviamo a scoprirlo insieme.
Talento, impegno nella preparazione, equilibrio psico-fisico, uso della tecnologia, fortuna, sembrerebbero questi gli elementi che segnano il successo di un atleta. Sicuramente sembrerebbero gli ementi che possono diventare i punti forti e i punti deboli di una carriera sportiva.
Ormai non c’è dubbio sul fatto che anche la tecnologia possa fare la differenza nella prestazione sportiva.
Dai materiali frutto di avanzatissime ricerche ingegneristiche, per esempio si pensi agli indumenti. A tal proposito possiamo ricordare quanto avvenne qualche anno fa quando la Federazione Internazionale del Nuoto vietò ai nuotatori di indossare dei costumi di ultima generazione perchè ritenuti in grado di dare vantaggi competitivi.
Infatti, alle Olimpiadi di Pechino grazie a questi materiali furono abbattuti numerosi record. Ma si può anche pensare alle innovazione tecnologiche che dettano nuove regole, come l’occhio di falco nel tennis o la goal line technology nel calcio.
Sport e tecnologia rappresentano un binomio adatto ad ogni sport.
L’innovazione tecnologica pervade ogni disciplina, generando benefici in ogni ambito della vita dell’atleta.
Quindi benefici non esclusivamente collegati al momento della competizione, infatti l’innovazione, anche tecnologica, è sempre più presente nell’ambito della preparazione atletica e della forma psico-fisica dell’atleta, si pensi ai sistemi di mappatura delle prestazioni o a quelli che permettono di monitorare i parametri fisiologici e di lavorare su forma fisica, alimentazione, ecc. in maniera sempre più puntuale.
Ma ci sono alcuni aspetti che riportano la qualità della prestazione alle caratteristiche dell’atleta. Si pensi a: attitudine, bravura, disciplina, costanza, tecnica, tenacia, equilibrio mentale, esperienza, ecc.
Elementi dai quali non si può prescindere, perché dipendono dalle caratteristiche fisiche, caratteriali e mentali.
Ci sono comunque degli elementi esterni, come il caso e la fortuna, che hanno il loro peso. Ma anche su questi è necessaria una riflessione.
Pensate al titolo di campione del mondo dei 1500 stile libero conquistato da Gregorio Paltrinieri a Kazan in Russia. Medaglia conquistata, ma in assenza del suo avversario più temibile, il cinese Sun Yang, che all’ultimo momento non si presentò.
Una scelta disorientante, come racconta lo stesso Paltrinieri, che getta forse un’ombra su quell’evento, ma non sulla legittimità del titolo che il nuotatore, grazie ad esperienza e determinazione, ha legittimamente conquistato, dimostrando che queste caratteristiche individuali fanno la differenza quando ci si trova in situazioni critiche.
Qualche rara volta la vittoria è certamente frutto del caso o di un evento occasionale, qualcuno ricorderà una delle più fortunate e scandalose vittorie di tutti i tempi, quella del pattinatore di short track Steven Bradbury alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City nel 2002, dove vinse per mancanza di avversari, tutti travolti in una caduta ad un passo dal traguardo.
Quindi se escludiamo l’esperienza di Bradbury, non unica ma poco frequente, la performance dell’atleta è sempre nelle sue mani. Con o senza tecnologia. Sta alla capacità di valorizzare la propria esperienza, di decidere e fare scelte nel corso della competizione. Come pure nel corso della preparazione, scelte che promuovano e sostengano il proprio percorso, senza incorrere in distorsioni automatiche del pensiero, vizi cognitivi che condizionano inconsapevolmente le nostre scelte.
Queste decisioni, talvolta prese in maniera convintamente raziocinante, sono sempre dettate dalla parte intuitiva, determinano aspetti comportamentali, relazionali e scelte tecnico-specialistiche, anche quando vengono prese dal team di supporto.
La capacità dell’individuo/atleta di presidiare queste scelte e di armonizzare razionalità, spinta emozionale e istintiva è alla base del successo del suo percorso: è la sua intelligenza intuitiva.
Lo staff di IntelligenzaIntuitiva