Un talento indimenticabile
Questo articolo riguarda un calciatore molto ammirato che oggi possiamo indicare come un esempio di grande intelligenza: un calciatore intuitivo.
Io non posso definirmi un’esperta di calcio, ma tifosa si, fin da bambina. Un padre e un fratello appassionati di calcio mi hanno avvicinata a questo sport, che spesso non attrae affatto l’attenzione delle donne. In tempi più recenti mio figlio, giovanissimo portiere dal talento intuitivo, che ha definitivamente acceso in me l’interesse.
In realtà anche nel calcio la mia curiosità è richiamata dagli aspetti più personali della vita di questi atleti.
Le scelte e i comportamenti, i pensieri, le riflessioni sulla loro passione, sulle loro caratteristiche e il talento.
Mi incuriosiscono le testimonianze personali che permettono di comprendere quali caratteristiche individuali riescono a fare la differenza tra un bravo atleta e un atleta straordinario.
Proprio due mesi fa, il 24 marzo 2016, è scomparso Johan Cruijff, considerato uno dei più grandi calciatori di sempre.
Probabilmente anche uno dei migliori coach dei nostri tempi. Sicuramente un personaggio che ha rivoluzionato il calcio, traghettandolo verso l’era moderna.
La figura di questo atleta, che emerge dai miei ricordi di bambina, si è distinta non solo per talento e creatività, ma anche perché come pochi ha analizzato, con precisione e consapevolezza, le caratteristiche personali, i punti deboli e i punti forti della propria natura, del proprio talento e cosa lo abbia reso un giocatore eccezionale.
Tutto questo gli è servito per cambiare il calcio.
Il video che vi propongo è tratto da un film documentario di Sandro Ciotti “Il profeta del Goal” del 1976.
Nel video l’autore racconta il biennio 1972-74, il momento di massimo splendore del mito di Cruijff.
Lui stesso dichiara l’importanza fondamentale dell’intuizione nel suo modo di giocare. Racconta che era l’intuizione che lo portava ad anticipare l’avversario, con uno scarto a suo favore di mezzo secondo.
Quel mezzo secondo corrispondeva ai due metri che sul campo lo facevano sembrare velocissimo, anche se velocissimo, lui afferma, non era!
Lui e Messi hanno molti aspetti in comune: la medesima sensibilità, la medesima attenzione, consapevolezza e, aggiungerei, la medesima scuola. Infatti, come racconta Pep Guardiola – ex calciatore e grande coach, di cui Cruijff fu il mentore – “il Barcellona ha iniziato con Cruijff, prima il Barcellona non era niente”.
A questo punto è riconoscibile il filo che collega Cruijff a Messi e che passa prima attraverso l’esperienza e la relazione straordinaria tra Cruijff e Guardiola e poi in quella altrettanto eccezionale tra Guardiola e Messi.
Quest’ultimo racconta che durante i suoi anni con Guardiola al Barcellona, ha iniziato a lavorare sull’intuizione, sulla consapevolezza e la meditazione è entrata nella sua vita.
Ha imparato a lavorare consapevolmente dentro e fuori dal campo, ha imparato ad intercettare intuitivamente schemi che lo portano a cogliere quello che il compagno sta per fare e non a rispondere a ciò che fa.
Anticipare intuitivamente l’avversario, con i metodi raccontati da Cruijff.
Guardiola dice di aver imparato tutto dal suo maestro, da cui dipende totalmente la sua professionalità, come pure probabilmente, la pratica dello STOP.
Lo Stop sembra essere quell’attimo in cui Messi ferma la sua corsa, osserva e riparte sulla scia dell’intuizione.
Le dichiarazioni dei due campioni, Cruijff e Messi, sono in sintonia: intuizione, consapevolezza ed esperienza sono gli elementi vincenti.
Guardiola ha reso omaggio al suo maestro ricordando come “nei momenti difficili ti spingeva a farti guidare dal tuo istinto, era un tipo che diceva tutto il contrario di quello che avevi sentito tutta la vita. Ti dicevano perdi perché non corri e un giorno arriva lui e ti dice, perdi perché corri troppo”.
Messaggio giunto fino a Messi!
Buona visione!
Lo staff di IntelligenzaIntuitiva